L’architetto Frank O. Gehry può
essere descritto attraverso cinque parole chiave:
È dopo gli inizi degli anni ’70
che comincia il grande cambiamento riassumibile con la prima parola chiave, ASSEMBLARE.
Tale svolta ha come manifesto architettonico la sua Casa. All’inizio
di questo periodo Gehry entra in crisi a causa del matrimonio e tanti altri
motivi e, come tutti gli architetti maggiori, entra in analisi. Per combattere
la crisi decide di cambiare completamente vita: chiude lo studio, si fa
una nuova famiglia e una nuova casa.
Dopo aver sperimentato il nuovo metodo
sulla sua casa e dopo averne capito a fondo il meccanismo, comincerà
la progettazione di case che funzioneranno bene, aggiungendo maggiore libertà
ai futuri abitanti, e che svilupperanno un tema architettonico in controcorrente
agli sviluppi dell’architettura di quegli anni più propensa ad un
recupero del passato. I suoi disegni sembrano quasi essere delle caricature
che tendono all’esagerazione di alcuni aspetti che poi riscontrabili nel
progetto.
Emerge perciò il contesto e si
ragiona su come entrare in rapporto con questo, Gehry afferma che il contesto
è quello periferico, fatto di elementi sovrapposti e non più
quindi un riferimento all’aulico.
Inizia anche in questi stessi anni un’opera che è un “working in progress”, il Piano ed edifici per la Loyola Law School, Los Angeles 1978-1991, un progetto che si evolve a seconda delle esigenze, composto da diversi elementi. Il meccanismo è quello della “trasfigurazione”, della suggestione primaria che nasce dall’idea di una chiesa romanica o di un tempio che vengono contemporalizzati. Nel 1983 e il 1984 la prima fase cominciata
con la sua casa è ancora in evoluzione e coinvolge progetti più
ampi. Dopo il campus subentra un’altra fase che si sovrappone alle altre:
SEPARARE.
All’inizi degli anni ’90 inizia l’avventura
di Gehry nel digitale.
Gehry proprio in coincidenza con la mostra affronta una nuova fase, quella del FONDERE, con la progettazione del Museo e fabbrica della Vitra, Weil am Rhein, Germania 1987-1989. Ancora una volta quindi si lancia verso una sfida quasi personale compiendo di nuovo come un azzeramento necessario per il cambiamento. Tra le varie opere citiamo: l'Edificio dell'American center, Parigi 1988-1993 A sx;la Sede degli uffici nazionali olandesi (Ginger & Fred), Praga 1992-1997 B sx; un Centro di arti visive, University of Toledo, Ohio 1990-1992; uno Pista di pattinaggio Disney, Anaheim 1993-1995 A dx; il Museo F. Weisman, Univ. of Minnesota, Minneapolis 1990-93, sul Missisipi, in cui conserva la scatola esistente e fa un’escrescenza sull’angolo, seguendo una composizione di volumi fatta con forme troncate di figure date come coni, cilindri e altre che nei successivi progetti diverranno pareti libere; Auditorio Walt Disney, Los Angeles 1988 B dx, in cui lo stesso Gehry afferma che la forma migliore per un auditorium è la “scatola” che poi viene accordata con un gioco formale negli spazi serventi e che possono godere di una maggiore libertà. Nel 1991 progetta l’opera che lo farà
conoscere in tutto il mondo, non solo dagli architetti. Per la realizzazione
del Guggenheim di Bilbao è lo stesso Gehry a scegliere l’area
ed ovviamente decide per la più “incasinata”, è un’intersezione
urbana fortemente caotica, ritornando così al concetto di paesaggi
secondari. Nel progetto è rintracciabile un’idea di derivazione
boccioniana , della ricerca futurista, un rilancio dell’idea di movimento.
Infatti le linee forza futurista scuotono l’ambiente, lo fanno vibrare,
ed è proprio questo che Gehry risveglia grazie al suo percorso formativo,
il racchiudere e poi lanciare all’esterno, nello spazio, delle traiettorie
dinamizzando l’intorno. Non manca poi l’idea del simbolismo della cattedrale
che tanto lo affascina rappresentato dalla torre.
Da qui inizia la quinta ed ultima fase quella del LIQUEFARE, dello scioglimento quindi della forma di cui il progetto più significativo è la Casa Lewis, Clevaland, Ohio 1989-1995. |